L'insegnante che insegna la vita

Pubblicato il 2 febbraio 2025 alle ore 16:01

Riteniamo che questo sia uno degli articoli più belli scritti da noi in questa piattaforma didattica. Vi spieghiamo con umiltà perché.

Probabilmente alcuni docenti saranno discordi, torceranno il naso, saliranno con l'armatura sulle cattedre, tossiranno infastiditi; altri docenti leggeranno l'articolo con attenzione e spirito critico; forse anche con entusiasmo. Ce lo auguriamo.

Il titolo di questo articolo è già di per sé esplicativo. È un'esortazione ad assurgere come docenti a modello apicale del futuro dei nostri discenti. Ma, come si può realizzare questa nobile prospettiva? A nostro avviso, con l'esperienza e la competenza, senz'altro, ma anche con un pizzico di "astuzia".

Lo spieghiamo a te, Docente. Collega. Queste le tre mosse vincenti.

1. Quando puoi, esercitati a guardare gli alunni con il tuo vecchio animo, aperto e gioviale, di adolescente. Cerca di ricordare più spesso possibile quello che è stato il meglio di te, quando eri seduto tu dietro quel banchetto. Se fai costantemente questo esercizio, arriverai a riportare alla luce molte tue emozioni, stati d'animo, scene, richieste, preoccupazioni e momenti intensi che erano ormai seppelliti dentro di te. Ciò, oltretutto, ti farà molto bene. Spesso, è vero, dimentichiamo chi siamo stati, talvolta anche chi siamo oggi. Se invece, con un atteggiamento mentale positivo, provassimo a rivivere profondamente chi siamo stati da ragazzi, sicuramente riusciremmo oggi finanche a prevedere e prevenire i "capricci" dei nostri alunni, nonché - fantastico! - ad ascoltare e ben canalizzare i loro reali bisogni. I loro milioni di "perché". Sarebbe un successo. Questo perché, prima di tutto, loro hanno bisogno di essere capiti. Come noi, hanno bisogno di colmare dall'interno tutto ciò su cui i nostri vecchi insegnanti - e i nostri genitori - spesso sono stati sordi.

2. Insegna loro i contenuti disciplinari, ma soprattutto la vita. È molto frequente la tendenza dell'insegnante, spesso messo sotto pressione da tante richieste incrociate, dagli imprevisti e dalla burocrazia, a spiegare più pagine possibili, a mettere più voti possibili, a rincorrere archetipi. Domandiamoci, però, se gli alunni vogliono questo. Domandiamoci "se hanno bisogno di questo". In verità, gli alunni sentono il bisogno, sì, di apprendere i contenuti disciplinari, ma soprattutto hanno bisogno di apprendere, per il nostro tramite, la vita. Come si traduce ciò nella didattica? Semplicemente, nelle tue lezioni dovresti cogliere, quando possibile, l'occasione per raccontare loro le tue esperienze sul campo, gli aneddoti stimolanti; aiutali a porgersi domande vitali; a riflettere; a comparare gli stimoli ricevuti; a proiettarsi criticamente, ogni giorno più maturi, nella loro esistenza.

3. Sii con i tuoi alunni ciò che vuoi che gli altri siano con te. A chi non è mai capitato di risentirsi nei confronti di qualcuno che non ci ha ascoltato, che ci ha giudicato, che ci ha comandato, che ci ha urlato contro? (Potremmo scrivere un elenco infinito di tutto ciò che ci indispone). Ebbene, accade spesso che gli alunni subiscono tutti questi brutti colpi insieme; nel peggiore dei casi, vengono da loro percepiti come "dichiarazioni di guerra". E così, si comincia ad innalzare muri invalicabili. I confini tra noi e loro divengono impermeabili.

Per concludere questo concetto, articolato brevemente, ma a cui teniamo tanto, elenchiamo una serie di caratteristiche che noi adulti ricerchiamo innegabilmente nei nostri cari parenti, amici, partner e quant'altro.

Sorriso, sguardo, ascolto attivo, voce mite, disponibilità, accettazione, sorpresa, fiducia, autorevolezza, perdono, supporto, complicità...

"Gli alunni, con i loro sbagli e la loro ingenuità, sono nient'altro che noi, belli e sani, alcuni anni fa".

 

Team insegnantitaliani.it

 

 

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Commenti

Fabrizio
4 mesi fa

Ho solo due anni di esperienza e dico Stupendo. Grazie!